


> Torre Elettra

produzione / comunicazione / promozione

Drammaturgia & Regia Giancarlo Nicoletti
con
Valentina Perrella, Liliana Massari, Cristina Todaro, Luciano Guerra, Alessandro Giova, Matteo Montalto
Finalista "Premio Hystrio - Scritture di Scena 2017"
In collaborazione con Planet Arts Collettivo Teatrale
Foto Luana Belli
Grafica OverallsAdv
Video David Melani
Scene Giulio Villaggio, Alessandra De Angelis
Aiuto Regia Sofia Grottoli, Paola Musollino
Ufficio Stampa Rocchina Ceglia
Distribuzione & Promozione Altra Scena Art Management
Scheda Spettacolo
Il nuovo lavoro drammaturgico - registico di Giancarlo Nicoletti e della compagnia Planet Arts Collettivo Teatrale trova nel paradigma classico una nuova cartina tornasole per raccontare le contraddizioni della contemporaneità, la spirale dei legami familiari, lo smarrimento di senso dell’uomo moderno e il rapporto dialettico fra il singolo e lo Stato. Una riscrittura originale del mito che guarda alle recenti involuzioni del concetto di democrazia occidentale e all'archetipo dei vincoli di sangue e del concetto di famiglia, per riannodare un filo che arriva fino ai tragici greci, non prima di essere contaminato dalle riflessioni di Pasolini, Von Hoffmanstal, Sartre, O’Neill, Icke, Marguerite Yourcenar.
Torre Elettra è l’ultimo lavoro di Planet Arts Collettivo Teatrale, pluripremiata compagnia under 35, fra le rivelazioni della scena romana e nazionale delle recenti stagioni. Protagonisti di questa nuova produzione sono Valentina Perrella, Liliana Massari, Cristina Todaro, Luciano Guerra, Alessandro Giova e Matteo Montalto.
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Alla periferia di una Roma futuribile c’è Torre Elettra, dove la legge non arriva, la giustizia non è più istituzione, il sangue chiama sangue. A Torre Elettra c’è una famiglia segnata da violenze, tradimenti, omicidi, si discute di una vendetta da compiere, sullo sfondo dei postumi di una guerra civile fra il potere statale e i cittadini delle periferie in rivolta. Un’Orestea contemporanea dei sobborghi, dove i vincoli familiari e di sangue fanno i conti con la deriva dei concetti occidentali di giustizia e Stato postmoderni.

Da non perdere. Da non lasciarsi sfuggire per cogliere quell’analisi della realtà che Nicoletti non manca mai di lasciarci, a volte lungimirante, qui amaramente prospettica, sarcasticamente illuminante quelle tensioni sottese o fin troppo espresse, quei nervi scoperti che rendono la nostra società così inquieta e rabbiosa ma anche così terribilmente sola e infinitamente “morta” nella tensione idealistica frustrata, non convincentemente sostenuta da una lotta valoriale sincera e convinta, disillusa com'è dai valori civici e dalla lotta di classe, dalla malversazione che sfocia in malcontento, spesso violento, che si riflette anche nei gesti delle persone comuni, un malessere che si insinua nelle famiglie, riempiendole di rancore inespresso. Un’opera che ci pone domande sul presente e sul possibile futuro che stiamo costruendo, sulla possibile disfatta morale cui potremmo andare incontro, sul senso della famiglia come ancora di salvezza dall’eterno disfacimento dei ricordi di una democrazia giusta.”
Gufetto Magazine

Giancarlo Nicoletti trascrive l’Agamennone e Le Coefore eschilei in stile futuristico dove il movente che agitava Oreste, la necessità di istituire un nuovo tribunale della giustizia non è più lo stesso, in Torre Elettra si ricorre, ci si rifugia in una risoluzione analitica, laddove il padre e il marito sono visti in chiave freudiana e quindi l’abbattimento della figura paterna è necessaria per la costruzione di un Super-Io universale.
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